domenica 30 novembre 2014

un mese dopo

A un mese quasi spaccato dal mio primo e ultimo post, e a tanto così da dichiarare fallito l'annuale esperimento del blog dall'angolo di mondo in cui mi trovo, rimetto le dita sulla tastiera (in realtà non le ho mai staccate, passo 10 ore al giorno seduta e sto diventando cubica) e forse è il caso di iniziare con un'introduzione, un'introduzione al caos.
Questo blog deve il suo nome ad una giornata. Avete presente quell'episodio in cui Winnie the Pooh e Piglet (o forse era l'asino) girano in tondo per ore, senza avere idea di dove stiano andando?
(Qui un episodio della versione russa di Winnie the Pooh, perla scoperta grazie al mio coinquilino. Non è l'episodio in cui i due si perdono, ma è troppo bello per non condividerlo).
Bene, a fine ottobre ho avuto visite, e una visita era quello di cui avevo bisogno per ottenere una macchina (grazie alla diffusa equazione equazione uomo -> patente, in questo caso smentita) e, finalmentre, perdermi(ci) per le campagne di Laktaši.
Dopo una sosta all'ufficio turistico, dove la direttrice ci mostra una mappa del paese (se vi fosse sfuggito dallo scorso post, delle dimensioni di Broccostella) e ci chiede : "Dove siamo?", partiamo alla volta di Slatina, un villaggio a un 12 km da Laktaši, alla ricerca di una "pietra miracolosa" di cui abbiamo letto su una guida (probabilmente scritta dalla stessa signora sperduta).

Che cosa vuol dire ćevapi? un ćevap (abbreviazione di ćevapčići) è una salsiccia (qui la storia della risposta dei sarajevesi all'apertura del primo McDonalds della Bosnia, con un'interessante e raccapricciante accenno a Milton Friedman), fatta di non voglio sapere cosa, che a differenza di qualsiasi cosa non sia carne si può mangiare praticamente ovunque in Bosnia. In genere, si tratta di un piatto con un panino piatto e unto, caldo e appena uscito dalla piastra, con dentro ćevapčići appunto, cipolla cruda a pezzi o a fette, a volte pomodori, a volte kajmak, una specie di formaggio cremoso. 
Durante le operazioni di ricerca della pietra miracolosa, i nostri eroi (180% vegetariani in due) si fermano a mangiare nell'unico posto aperto del villaggio, una rosticceria (Rostiljnica). 
Alla domanda "Cosa avete di vegetariano?" la ragazza dietro il bancone si perde quasi tanto quanto la signora della mappa, poi ci pensa un pò, e mi propone un pomodoro al posto di dove in genere ci andrebbe la carne. Morta di fame, accetto meditando sulla schifezza a cui ho appena detto di si, accettando il compromesso: il pane è cotto sulla stessa griglia del resto. Il piatto improvvisato si rivela una delle cose più buone che abbia mai mangiato, e mi rimette in forze per continuare la ricerca.Considerato che questo é quello che succede ogni volta che provo a mangaire fuori casa,
questo pranzo resterà scritto nella storia.

Nessuno nel paese ha mai sentito parlare di pietre miracolose, e tutti ci rispondono: "Non sono di qui", il che ci turba non poco, finchè non scopriamo che il villaggio ospita una residenza geriatrica, i cui ospiti non sembrano mai essersi avventurati oltre il marciapiede di fronte, dove imperterriti ma sollevati continuiamo a domandare. Dopo aver quasi sfasciato la macchina prestata all'uomo senza patente, finiamo in una strada sperduta dove finalmente una signora ci spiega che per arrivare alla "pietra miracolosa" dobbiamo "forse" passare per il cimitero. Dopo una breve ricognizione (inutile) all'interno del cimitero, vediamo da lontano un mini cartello: "pietra rotonda 400 mt". Del "miracolosa" nessuna traccia, ma lo seguiamo lo stesso. Dopo 400 mt ci imbattiamo in un secondo mini-cartello: "pietra rotonda 400 mt", alchè ci sentiamo nuovamente presi per il culo. Ma continuiamo, la foresta in cui si trova la pietra all'improvviso non più miracolosa è veramente bella, foglie gialle e marroni per terra e alberi fittissimi, un ruscello che scende nel mezzo...e, questa volta dopo 400 mt, una pietra rotonda. Con l' uomo senza patente, concordiamo che più che una pietra miracolosa, ci sembra di più un uovo di drago, e meditiamo sul segnalare alla signora sperduta il doppio cartello, nel frattempo precipitato da un albero e anche lui sperduto). Comunque, pietra miracolosa, uovo, una bellezza nascosta in un posto che non potrebbe essere più random.

Da qui il nome di questo blog.


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